Minimo salariale di legge
Ci sarà mai un minimo salariale in Italia? Se si, quando? E che cos’è?
Seconda e ultima parte. Prima parte pubblicata il 13/02/2024
Inoltre, il tasso di copertura dei contratti collettivi nazionali supera l’80% richiesto dall’UE, e le paghe medie sono in linea con i 7,10 euro richiesti dall’UE secondo i dati dell’Istat del 2019.
- il 12 ottobre 2023 il Governo recepisce il “no” del CNEL al salario minimo e il Premier sostiene che dall’analisi tecnica che gli è stata fornita, emerge che il mercato del lavoro in Italia rispetta appieno i parametri stabiliti dalla Direttiva Europea in merito al salario minimo adeguato. La contrattazione collettiva, esclusi i settori dell’agricoltura e del lavoro domestico, copre oltre il 95% dei dipendenti del settore privato. Questi dati conducono poi la Meloni alla conclusione che l’istituzione di un salario minimo orario attraverso la legge non rappresenti lo strumento adeguato per affrontare il problema del lavoro precario e delle basse retribuzioni;
- il 18 ottobre 2023 il Parlamento ha deciso per lo stop al salario minimo in Italia rinviando la proposta sul salario minimo di 9 euro all’ora, alla Commissione Lavoro della Camera.
L’UE, con la direttiva del 14 settembre 2022 sul salario ha chiesto agli Stati membri di garantire ai lavoratori entro il 2024, stipendi adeguati ad essi. Sul tema del salario minimo sono intervenuti anche i giudici a più riprese, chiamati a sentenziare su contenziosi in materia di lavoro.
Dopo che nella seduta del 30 novembre 2022 era stata approvata dalla Camera dei Deputati una mozione che dice no al salario minimo, il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali Marina Calderone aveva marcato che la nuova riforma sugli stipendi dei lavoratori italiani ha come primo obiettivo quello di garantire un’efficace contrattazione collettiva e livelli salariali adeguati rispetto alla prestazione lavorativa e al contesto socio-economico in cui viene svolta. La riforma punterà alla contrattazione collettiva quale strumento per l’individuazione dell’importo minimo e non alla fissazione di un salario minimo.
Di cosa si tratta e che cos’è il minimo salariale lo abbiamo scritto, ma ci siamo risposti alla domanda se, in Italia c’è il minimo salariale?
La risposta ad oggi (2023) è no!. Ancora in Italia non c’è per quanto ne venga tanto parlata e per quanto sia tra le cose che il Parlamento discute.
Come sopra citato, appare che non vi siano buone speranze nell’attuazione di ciò, il percorso sembra fin troppo lungo. Non basta applicare un salariale minimo, fissato ciò bisogna poi modificare anche tutto ciò che riguarda le paghe, i redditi ecc. non è così semplice e immediato come ben si possa pensare. Basti ragione alla quantità e alla vastità di lavori che ci circondano e che ci sono. Tutti diversi dagli altri e alcuni diramati da quelli principali.
Il fissare un salariale minimo può essere positivo dal momento in cui sotto quella soglia realmente non vi si può andare e dal momento in cui viene applicato a qualsiasi lavoro, compresi quelli che si ritengono meno utili, ma che in realtà lo sono decisamente.
Non è ancora possibile pensare che con i voucher il minimo sia 9€ l’ora netti e che con il contratto a chiamata un datore di lavoro ci possa pagare 6€ l’ora netti.
Questa diversità e se vogliamo chiamarlo anche abisso, deve cessare. Il tenore di vita proprio e delle cose di cui siamo obbligati a pagare è alto, questo vuol dire che devono necessariamente aumentare le paghe nette e non solo lorde per poi pagare in realtà l’aumento in tasse.
Vi lascio a voi il compito di riflettere e pensare a ciò che voi fareste, mi auguro che ponderiate bene ogni eventuale scelta.
Gelmini Isabella
Tag:paghe, salariale minimo